Benvenuti e bentornati! Prima di tutto voglio scegliere il tè per questo nuovo incontro che racconta dei coniugi Doni, già incontrati come committenti del quadro dipinto da Michelangelo. Ne vorrei uno agli agrumi, profumato o ai frutti rossi, o ancora meglio il karkadè, di un rosso intenso, il colore dell’Amore….

Ma torniamo ai nostri protagonisti, eccoli: Angelo Doni, ricco mercante di stoffe fiorentino che, il 31/01/1504, sposa Maddalena Strozzi, erede di una delle famiglie nobili più importanti e per l’occasione commissiona a Raffaello il ritratto suo e della moglie.

Il ritratto di Angelo Doni: cosa ci svela il dipinto

Facciamo la conoscenza prima dello sposo: è dipinto a mezzobusto, con il braccio sinistro posato su una balaustra, mentre la testa risalta netta sullo sfondo del cielo, con la linea dell’orizzonte all’altezza del collo.

Sono evidenti i simboli del suo rango economico e sociale: gli anelli, le asole dorate, il farsetto nero stretto dalla cintura, le maniche ricche e abbondanti in un tessuto elegante che rimanda al suo mestiere di mercante di stoffe.

Ritratto di Angelo Doni – Raffaello

Dalla berretta scura sfuggono lunghi e sottili riccioli neri e altrettanto ben definiti sono gli elementi fisionomici: le sopracciglia ben delineate, le rughe ai lati di un naso imponente, la fossetta sul mento, il pomo d’Adamo in evidenza.

Angelo guarda verso lo spettatore con un atteggiamento sicuro e pacato, ma autorevole e ce lo mostra reale, vivo, come se lo conoscessimo.

Maddalena Strozzi: un ritratto ricco di significati nascosti

Maddalena ha le mani una sull’altra con le dita ornate di anelli, a testimoniare il suo ceto, con pietre preziose scelte non a caso, ma con precisi significati simbolici. Il rubino rosso rappresenta la carità, lo smeraldo verde la fede, lo zaffiro blu la temperanza e le stesse pietre si ritrovano nella collana.

Ritratto di Maddalena Strozzi – Raffaello

Qui le pietre sono montate a triangolo e, nella parte superiore se guardate con attenzione riconoscerete un liocorno, simbolo di castità; come pendente una grossa perla irregolare, simbolo di purezza e fecondità.

Gli abiti, ricchi ed eleganti, sono fatti di stoffe diverse: il corpetto in seta marezzata con i bottoni dorati, come la cintura gioiello, ampie maniche a sbuffo staccabili di seta damascata di colore blu e un leggero velo trasparente sulle spalle.

L’acconciatura segue la moda del tempo: i capelli raccolti in trecce in una reticella e sulla fronte un nastro sottile. Lo stesso nastro si trova nei bei ritratti di Cecilia Gallerani e la bella Ferronnière di Leonardo….tutte seguivano la moda!

Cecilia Gallerani – Dama con l’ermellino – L. Da Vinci

La Belle Ferronnière – L. Da Vinci

Come avete visto Maddalena Strozzi è davvero ben vestita e ingioiellata, forse per supplire alla sua….vogliamo dire bruttezza? Non si può certo considerare una Venere: le spalle scese, il doppio mento, il collo “taurino”, gli occhi sporgenti e poco espressivi. Evidentemente aveva portato una bella dote sostanziosa al più belloccio Angelo!

Ma non finisce qui…cosa c’è dietro ai ritratti?

I due ritratti costituiscono un dittico, erano cioè legati da una cerniera e anche dietro sono dipinti, a monocromo, da un seguace di Raffaello. Ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio, dietro il ritratto di Angelo viene rappresentato il diluvio mitologico scatenato dagli dei, e dietro Maddalena troviamo Deucalione e Pirra, gli anziani coniugi salvati dal diluvio i quali, su consiglio di Zeus, lanciano delle pietre alle loro spalle che si trasformano in esseri umani. Sono il simbolo di una nuova generazione, di rinnovamento e in questo caso di buon augurio per un matrimonio fecondo e prolifico.

Deucalione e Pirra – Il diluvio

Le analogie con altri dipinti

I due ritratti riprendono quelli di Federico da Montefeltro, signore di Urbino e della moglie Battista Sforza, di Piero della Francesca, anche se questi sono dipinti di profilo come nella numismatica antica, ma più rigidi e inespressivi.

Federico da Montefeltro e Battista Sforza – Piero della Francesca

Sono simili nella linea d’orizzonte a livello della testa, nei colori – il rosso e il nero per Federico e Angelo – e nella parte posteriore dipinta con i Trionfi delle Virtù e anche….perdonatemi….per la bruttezza dei soggetti rappresentati!

Ma si rifanno anche ai ritratti di Leonardo, come la Gioconda, con la figura quasi per intero, le mani in evidenza, il volto rivolto verso lo spettatore, una maggiore resa espressiva.

La Gioconda – L. Da Vinci

Ah un’ultima cosa: sia il Tondo Doni che i due ritratti ultimamente sono stati collocati nella stessa sala, agli Uffizi, proprio per ricreare il legame che li unisce.

Finite di assaporare il karkadè in santa pace…io vi aspetto la prossima volta in un giardino incantato nel cuore di Roma.