Bentornati nel mio salotto a sorseggiare una tazza di tè in queste giornate invernali e di festa e a conoscere insieme un dipinto, in tema con il periodo: l’adorazione dei Magi di Benozzo Gozzoli.
Scegliamo un tè profumato, aromatico, esotico come i doni dei Re Magi…magari con il profumo di vaniglia o di cannella…

Il Palazzo Medici Riccardi

Intanto dove ci troviamo? A Firenze, nel palazzo in via Larga, vicino a San Lorenzo, commissionato da Cosimo il Vecchio, il capostipite della famiglia Medici, all’architetto Michelozzo, alla metà del ‘400.

É un edificio semplice, ma elegante, a tre piani con bifore ai piani superiori e decorazione della parete nel tradizionale bugnato – lavorazione muraria costituita da blocchi di pietra sovrapposti e sfalsati, lisci o appena sbozzati.
All’interno, un elegante cortile di ampio respiro con elementi tratti dal mondo classico: colonne lisce, capitelli compositi, festoni e medaglioni con gli stemmi medicei. Successivamente, al tempo di Lorenzo il Magnifico, il palazzo ospitava nel giardino la collezione di sculture antiche che gli artisti, come Donatello e il giovane Michelangelo, potevano esercitarsi a copiare, divenendo così un centro di fioritura culturale e artistica, frequentato dai più importanti poeti e filosofi dell’epoca.

La Cappella che ospita l’opera

Nel 1459 al primo piano dell’edificio Piero dè Medici commissiona la decorazione della cappella privata per la famiglia, a pianta quadrata, a Benozzo Gozzoli, allievo del Beato Angelico. La cappella è decorata riccamente: dal pavimento a elementi geometrici con marmi policromi al soffitto decorato a cassettoni con lo stemma di Piero, l’anello di diamanti entro una corona di raggi, alternato al monogramma di Cristo “JHS”.
Le pareti sono completamente affrescate e si ha proprio la sensazione di entrare in un mondo fiabesco, ricco, elegante e di far parte della processione dei Magi che si svolge su tre pareti. Inoltre nell’abside sono dipinte schiere di angeli e sull’altare si trova un’Adorazione del bambino di Filippo Lippi, maestro di Botticelli, oggi sostituita da una copia, mentre sulle porte delle Sagrestie sono dipinti i pastori in attesa dell’annuncio.

La Cappella dei Magi, Firenze

La scelta del soggetto

La processione dei Magi è il soggetto scelto per diversi motivi: i Medici in questi affreschi si autocelebrano perché come i Magi offrono i doni a Gesù, così loro offrono pace e prosperità alla città che rappresentano oppure perché viene ricordato il corteo papale passato per Firenze e diretto a Mantova nel 1458, per discutere in un incontro tra clero e principi di una nuova Crociata contro i Turchi. In ultimo si fa riferimento forse anche al Concilio del 1439, trasferito da Ferrara a Firenze, che aveva tentato inutilmente di riconciliare la Chiesa d’Occidente con quella d’Oriente e aveva visto in città un gran numero di personalità politiche ed ecclesiastiche, provenienti da Costantinopoli. In particolare il 6 luglio 1439 vi fu un corteo per le vie di Firenze fino a Santa Maria del Fiore, con Papa Eugenio IV, l’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo e Giuseppe II Patriarca di Costantinopoli, simile per sontuosità e ricchezza al corteo dipinto da Benozzo Gozzoli.

I dettagli del dipinto

Seguiamo ora il viaggio dei Magi che parte da Gerusalemme, dipinta come una bianca città fortificata che richiama il Mugello, patria dei Medici, e va verso Betlemme, Magi che si dispiegano con i loro cortei sulle pareti: il giovane Gaspare, di bianco vestito, apre la processione su quella orientale, Baldassarre con abito verde e pelle matura e scura continua in quella meridionale, per concludersi su quella occidentale con Melchiorre, il più anziano, con una veste purpurea.

L’Adorazione dei Magi, Firenze

Cominciando da Gaspare che porta la mirra, il balsamo che si cosparge sul corpo dei defunti, vediamo su uno sfondo ricco di castelli, strade, rocce, alberi, animali cacciati un paesaggio estremamente dettagliato ancora secondo il gusto gotico, che occupa la maggior parte dello spazio e sul fondo la fine del lungo corteo di cavalieri, la cui testa è ferma in primo piano. Al centro un fanciullo riccamente abbigliato, che forse rappresenta Demetrio Paleologo, fratello dell’imperatore d’Oriente e che si era a lungo creduto potesse essere Lorenzo il Magnifico, seguito da Piero, suo padre e committente dell’opera e dal nonno Cosimo, il capostipite.


Dietro di loro Sigismondo Malatesta e Galeazzo Maria Sforza, signori di Rimini e di Milano, seguiti da altri personaggi della famiglia Medici e da un gruppo di letterati e filosofi come Marsilio Ficino e… un autoritratto del pittore, riconoscibile dal nome sul berretto rosso che guarda verso lo spettatore e a chiudere una fila di dignitari bizantini dalla lunga barba e dai copricapi orientali.

Ritratto di Benozzo Gozzoli, La Cappella dei Magi

Sulla parete sud il corteo prosegue sempre con una preminenza dello sfondo naturalistico, elegante ed elaborato, con Baldassarre che porta in dono oro, simbolo di regalità e ha il volto dell’imperatore di Bisanzio, Giovanni VIII, con la lunga veste damascata sul cavallo dalla ricca gualdrappa e finimenti dorati.

Baldassarre

La parete ha subito pesanti interventi a causa dell’apertura di una finestra, che ha cancellato la parte dipinta con un gruppo di paggi.
Conclude il corteo, sulla parete ovest Melchiorre che porta l’incenso, simbolo di preghiera e sacralità, che ha il volto del patriarca Giuseppe II o dell’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, preceduto da alcuni banchieri e collaboratori dei Medici, tra i quali Giuliano de’ Medici, vestito di azzurro, che porta con noncuranza sul cavallo un leopardo maculato.
A destra il corteo sale lentamente sulle colline rocciose e scoscese e nuovamente ritroviamo un autoritratto del pittore, con un copricapo bianco e azzurro.

Benozzo Gozzoli, secondo autoritratto

Tutti gli affreschi, realizzati in un periodo relativamente breve – circa 150 giornate – mostrano una ricchezza decorativa, una varietà ricercata di stoffe eleganti, una descrizione particolareggiata degli animali e delle piante da far restare a bocca aperta per la meraviglia chi vi entra. Anche i colori sono brillanti, esaltati da materiali come il lapislazzulo azzurro per gli sfondi, lacche lucenti e foglie d’oro che rendono l’idea della ricchezza di Firenze in questo periodo, dell’importanza dei personaggi celebrati, simili ai protagonisti di un corteo cavalleresco più che a una processione religiosa.

Se volete vedere un’altra bella opera che si avvicina al nostro corteo per eleganza e ricchezza decorativa cercate l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano del 1423 …..e buon 6 gennaio a tutti!

Adorazione dei Magi, Gentile da Fabriano

CURIOSITÀ
  • I cortei dei Re Magi riprendono lo schema dei drappelli, chiamati brigate, organizzate per giochi e feste dell’epoca, ognuno dei quali era formato da 12 persone: un signore a cavallo, tre paggi che lo precedono e ne annunciano l’arrivo, due cavalieri che portano la spada e il dono, sei paggi a piedi, accoppiati, a mò di scorta.
  • Lo stemma dei Medici è costituito da 6 palle o bisanti, di cui 5 rosse e 1 blu con 3 fiordalisi d’oro e forse si rifacevano ai pomi d’oro che crescevano nel mitologico giardino delle Esperidi ed erano sacre a Giunone.
    Inoltre era tradizione che ogni membro della famiglia avesse un proprio stemma; Cosimo tre piume al centro del ”mazzocchio”, il copricapo rinascimentale, Piero due piume in un anello con pietre preziose, Lorenzo tre anelli intrecciati con diamanti, che diventa il motivo decorativo della veste di Pallade Atena che doma il Centauro di Sandro Botticelli.