Benvenuti in questo nuovo incontro con l’arte e con il tè! Questa volta vi consiglio di sceglierne uno importante, forte, nero direi. Perché parleremo di un gigante dell’arte…nientepopodimeno che Michelangelo!

Sì, proprio lui: esamineremo l’unico dipinto su tavola che gli viene attribuito, il tondo Doni.

Il Tondo Doni, l’augurio di un matrimonio di lunga durata

Sulla cornice in legno dorato possiamo notare cinque piccole teste: Gesù, due Sibille e due Profeti, figure che nel mondo antico e nel Vecchio Testamento profetizzano la venuta di Cristo, ed elementi vegetali entro cui si annidano motivi a mezzaluna. Le mezzelune fanno parte dello stemma della famiglia Strozzi e proprio Maddalena va in sposa ad Angelo Doni, ricco mercante di stoffe nel 1504. Il quadro fu realizzato in occasione del loro matrimonio o più probabilmente per il battesimo della primogenita Maria, a cui diedero questo nome perché era nata l’08/09/1507, giorno della natività di S. Maria Vergine.

La forma circolare rimanda al “desco da parto”, una specie di vassoio sul quale venivano poggiati brocche d’acqua e teli di lino, utilizzati per il parto, com’era consuetudine.

Anche il soggetto dipinto, la Sacra Famiglia, viene scelto come segno di buon augurio per un matrimonio felice e di lunga durata.

Cosa rappresenta il dipinto

Le tre figure in primo piano sembrano incastrate e legate da gesti: Gesù viene passato da Giuseppe a Maria, che ha smesso di leggere il libro tenuto sulle ginocchia per afferrare il figlio. Questo genera un moto rotatorio fra le tre figure che sono rappresentate in una forma piramidale. I colori sono contrastanti, vivaci, quasi metallici, a delineare un ricco panneggio che sembra scultoreo.

In secondo piano, un basso muretto divide i tre personaggi dalle figure di nudi sullo sfondo che sono stati identificati come atleti o figure mitologiche, comunque figure pagane, classiche. Vi sono, tra l’altro, precisi riferimenti a sculture antiche ben note a Michelangelo, come il Laocoonte (nel secondo nudo a destra) e l’Apollo del Belvedere (nel secondo nudo a sinistra), riconoscibili dall’atteggiamento dei corpi. Sulla destra, a mezzobusto poggiato al muretto, San Giovannino Battista, che fa da tramite tra il mondo pagano, rappresentato dai nudi e il mondo cristiano, raffigurato dalla Sacra Famiglia. Ma San Giovannino allude anche alla famiglia Doni, in particolare al battesimo di Maria e ai figli nati morti prima di lei, che avevano ricevuto il nome di Giovanni Battista.

Sullo sfondo, a destra una montagna identificata come l’eremo della Verna dove San Francesco aveva ricevuto le stimmate, luogo che Michelangelo conosceva perché non distante da Caprese, dove era nato e dove i suoi avi erano stati Podestà.

Ma quanto mi costi?!

E per concludere, un aneddoto: il quadro fu portato ad Angelo Doni da un garzone di Michelangelo con la richiesta di 70 denari. Ma Doni, conosciuto per la sua ricchezza e anche per la sua tirchieria ne offrì solo 40, che il pittore rifiutò, rilanciando una cifra doppia. Dopo vari tentennamenti il mercante accettò, ma dovette pagare 140 denari alla fine!

 

Nel nostro prossimo appuntamento incontreremo i due sposi committenti di questo splendido quadro, Angelo Doni e Maddalena Strozzi, ritratti da un altro genio del ‘500: Raffaello. Questi dipinti, conservati agli Uffizi di Firenze, durante l’allestimento sono stati sistemati nella stessa sala proprio per non recidere il cordone ombelicale che li lega.