Bentornati nel mio salotto, in questo lungo momento di pandemia, che da alcuni viene visto come la fine del mondo, come una punizione divina….proprio per questo mi è venuto in mente il tema del Giudizio Universale e nientepopodimeno che il Giudizio per eccellenza, quello più famoso, quello di Michelangelo, quello della Cappella Sistina….addirittura!

Prima di cominciare a raccontare scegliamo il tè, un tè forte ci vuole per affrontare tanta bellezza e imponenza: un infuso allo zenzero e curcuma?

Le origini storiche del dipinto

Cominciamo intanto a collocarlo storicamente: nel 1533 Papa Clemente VII Medici commissiona a Michelangelo, che aveva già dipinto la volta con le storie della Genesi a partire dal 1508 per Papa Giulio II Della Rovere, di dipingere sulla parete dietro l’altare un Giudizio Universale. Peccato che lì esisteva già l’affresco dell’Assunzione di Maria del Perugino, maestro di Raffaello, realizzato nell’ultimo ventennio del ‘400 insieme alle storie di Mosè e Gesù sulle pareti laterali, per mano dei pittori più importanti del momento come Botticelli, Signorelli, Ghirlandaio.

Molte cose erano cambiate da quei dipinti quattrocenteschi alla commissione del Giudizio e in sintesi due avvenimenti fondamentali nella storia dell’uomo: la Riforma di Lutero del 1517 che divide e frantuma la Chiesa Cattolica e il Sacco di Roma del 1527, ad opera dei Lanzichenecchi dell’imperatore Carlo V, che mette a ferro e fuoco la città. E’ un periodo di grande difficoltà per la Chiesa, che deve riaffermare il proprio potere e la propria importanza, tentando di recuperare i fedeli del centro Europa, che seguono la Riforma Luterana che critica aspramente la corte pontificia e il suo modo di vivere, tutt’altro che evangelico….

Nel 1534 sale al soglio pontificio Paolo III Farnese che fonda la Compagnia di Gesù, i Gesuiti per intenderci, un ordine ecclesiastico di tipo militare e avvia la Controriforma, la risposta alla Riforma Luterana.

Dopo questa introduzione entriamo ora nella Cappella Sistina e soffermiamoci a guardare e a farci coinvolgere dall’affresco così diverso da quelli che l’hanno preceduto. Eh sì la storia dell’arte è piena di Giudizi che venivano dipinti ad affresco o mosaico nella controfacciata delle chiese, in modo che il fedele avesse nell’uscire, dopo la funzione, la visione del Paradiso e dell’Inferno, come un chiaro ammonimento.

Di solito, nella tradizione medievale e rinascimentale il Giudizio è diviso in diversi registri orizzontali con molte scene: la Crocifissione, Cristo Giudice, gli Eletti, i Dannati, la Resurrezione della carne, la Pesatura delle anime, il Paradiso, l’Inferno, come nella chiesa di S.Maria Assunta di Torcello o di S.Angelo in Formis a Capua, ambedue dell’XI sec.     

Chiesa di S.Maria Assunta di Torcello - Giudizio Universale

Chiesa di S.Maria Assunta di Torcello – Giudizio Universale

Il Giudizio Universale nel dettaglio

Ma torniamo al nostro Giudizio, per il quale Michelangelo deve scalpellare il dipinto di Perugino, citato prima, oltre a due sue lunette dipinte nel periodo della volta e facciamoci rapire dal movimento, dal vortice che ci coinvolge e ci inchioda a guardare le figure così imponenti, reali ed espressive.

 

Giudizio Universale - Michelangelo

Giudizio Universale – Michelangelo

Partendo dall’alto, nelle lunette, angeli dalla forte anatomia sostengono nelle pose più diverse e ardite i simboli dalla Passione: a sinistra la Croce e la Corona di spine, a destra la Colonna dove Gesù venne flagellato e la lunga lancia con la spugna imbevuta di aceto che venne data a Gesù sulla croce, per placare la sete

 

Giudizio Universale, Croce e la Corona di spine - dettaglio

Giudizio Universale, Croce e la Corona di spine – dettaglio

 

Giudizio Universale, Colonna - dettaglio

Giudizio Universale, Colonna – dettaglio

Scendendo al centro, illuminato da un alone dorato, la figura di Cristo che con il gesto delle braccia imprime un movimento vorticoso delle figure intorno a lui. E’ una figura imponente, con il volto serio, fiero, che incute soggezione.

Sopra gli angioli delle trombe è il figliuol di Dio in maestà, col braccio e potente destra elevata in guisa d’uomo che irato maledica i rei e gli scacci dalla faccia sua al fuoco eterno e colla sinistra distesa alla parte destra par che dolcemente raccolga i buoni” A. Condivi, Vita di Michelangelo, 1553

 Accanto a lui in torsione, quasi impaurita nella chiusura del velo, Maria rannicchiata all’ombra del figlio, con gli occhi abbassati e l’atteggiamento compassionevole. 

 

 

Separata e prossima al figliuolo la madre sua, timorosetta in sembiante e quasi non bene assicurata dell’ira e secreto di Dio, trarsi quanto più può sotto il figliuolo” A.Condivi, Vita di Michelangelo, 1553

Intorno a Maria e Gesù una corona di figure nude, i Santi che guardano tutti verso Cristo: proviamo a riconoscerne qualcuno? Ecco a sinistra frontale San Giovanni Battista con le spalle coperte da pelli di animale, con il volto dai forti lineamenti segnati, con il corpo dall’anatomia perfetta e accanto a lui di spalle, con i glutei ben in evidenza, S.Andrea con la croce, strumento del suo martirio. Sotto Maria San Lorenzo tiene sulle spalle la graticola, sulla quale venne abbrustolito.

A destra in piedi, con le mani tese verso Gesù, San Pietro con in mano le due chiavi che aprono e chiudono il Paradiso. Sotto di lui, su una nuvola il personaggio più famoso del Giudizio: San Bartolomeo che tiene in mano la sua pelle – perché venne scuoiato – su cui vi è un volto barbuto, l’autoritratto di Michelangelo! 

 

Dettaglio di San Bartolomeo e autoritratto di Michelangelo

Dettaglio di San Bartolomeo e autoritratto di Michelangelo

Allargando lo sguardo, a sinistra, un groviglio di figure femminili rappresentano le eroine del Vecchio Testamento, le Sibille, le Sante, le Martiri. A sinistra di spalle una Sibilla intorno alla quale sono raccolte alcune figure che le chiedono qualche previsione. Accanto, la figura in piedi, a seno scoperto che consola una donna che l’abbraccia è probabilmente Eva, la prima donna.

A destra, simmetricamente un intrico di corpi maschili: all’estrema destra con una grande croce Simone di Cirene che aiutò Gesù a portare la croce sul Golgota. Ai suoi piedi è San Sebastiano con le frecce, con le quali fu trafitto e S.Caterina d’Alessandria con la ruota dentata alla quale fu legata.

Tutti i beati, a destra e sinistra, non sono sereni e ordinati, ma sono legati da gesti in gruppi aggrovigliati e rivolgono lo sguardo o i corpi verso Gesù, in ansia per la decisione divina, non sono certi della loro salvezza, mostrando un’attesa trepidante, umana più che divina. Alcuni a destra si abbracciano e baciano per sostenersi e confortarsi, come fossero sfuggiti a una catastrofe o la stessero temendo e aspettando.

Sotto Gesù, a raccordarlo con l’Inferno a destra e la Resurrezione dei corpi a sinistra, il gruppo degli Angeli Tubicini, che suona cioè con le lunghe trombe sottili il risveglio dei morti per il Giudizio. Due di loro tengono due libri: uno piccolo con i nomi dei beati che andranno in Paradiso e uno molto, molto più grosso….con i nomi di chi è destinato all’Inferno! 

Giudizio Universale, Angeli Tubicini - dettaglio

Giudizio Universale, Angeli Tubicini – dettaglio

A sinistra singolarmente o in piccoli gruppi i Beati salgono faticosamente, aiutati da  qualche angelo, a a mostrare che la fede è un cammino faticoso, non sempre agevole e la preghiera può essere un aiuto, come è visibile nell’angelo che tira su due figure grazie a una specie di corda, che in realtà è la corona del Rosario. E’ evidente lo sforzo fisico, muscolare che fanno le figure per salire lentamente e faticosamente al Cielo. 

Giudizio Universale, Beati - dettaglio

Giudizio Universale, Beati – dettaglio

Simmetricamente, a destra, gruppi di Dannati che tentano disperatamente di salire al cielo di beatitudine eterna, vengono ricacciati a suon di pugni dai Diavoli che li tirano giù verso l’Inferno. E’ evidente la disperazione di queste figure nei gesti e negli sguardi, nelle pose contorte. Emblematico è il Dannato terrorizzato che si copre parte del volto, ormai rassegnato perché afferrato da tre diavoli con zampe artigliate e il muso rapace. 

 

Giudizio Universale, Dannati - dettaglio

Giudizio Universale, Dannati – dettaglio

Infine in basso, a sinistra, lentamente, in contrasto con il movimento superiore, i morti, con gesti ancora intorpiditi si sollevano e riprendono il loro aspetto: alcuni sono ancora scheletri, altri ancora avvolti nel sudario, altri escono dalle tombe e quasi al rallentatore iniziano a salire spaventati e increduli, non rendendosi conto completamente di ciò che succede. In questo gruppo si vede, quasi al centro, un uomo che sta salendo tirato su da un angelo senza ali, ma un diavolo cerca di prenderlo per i capelli, mentre dalla grotta sbuca la mano di un altro demonio che tramite un serpentello legato alle caviglie di un altro beato, tenta di tirarlo giù. 

Tra i beati e le fiamme infernali, una caverna buia abitata da figure mostruose, scimmiesche, pronte a scattare alla caccia dei dannati.

In basso a destra l’inferno, ripreso dalla Divina Commedia di Dante, che Michelangelo conosceva e amava.

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente”  Dante, Inferno III, 1-3

La scena è in gran parte occupata dalla grande barca alata, dalla quale i dannati vengono cacciati da Caronte  “il nocchier della livida palude” con il suo remo “batte col remo qualunque s’adagia” e vengono arpionati dai diavoli che li fanno entrare nell’Inferno fiammeggiante con il guardiano Minosse, avvolto dal serpente “stavvi Minos orribilmente, e ringhia:/ essamina le colpe ne l’intrata:/ giudica e manda secondo ch’avvinghia”.

 

Giudizio Universale, L'Inferno - dettaglio

Giudizio Universale, L’Inferno – dettaglio

Il Giudizio Universale: la forza caotica del dipinto

Per concludere, dopo aver esaminato in particolare alcune figure, si può dire che questo Giudizio si differenzia da tutti i precedenti per un’impostazione più caotica, meno ordinata, che prende il via dal gesto forte, giudicante di Gesù e si allarga con forza ai beati disposti circolarmente.

Vi è un altro movimento che parte dall’ascesa lenta dei beati a sinistra, che precipita repentinamente nella discesa dei dannati a destra.

Tutto questo movimento è amplificato dall’uso di pochi colori: il blu lapislazzuli dello sfondo e il colore dei corpi, dall’anatomia forte, reale, dai gesti e dalle fisionomie espressive, drammatiche…..un Giudizio umano, che fa commuovere, come è capitato poco tempo fa a mia nipote che lo ha rivisto dopo molti anni, Provare per credere!!

 

CURIOSITA’ E APPROFONDIMENTI
  • I numeri del Giudizio – 5 anni di lavoro; 180 mq. di affresco; più di 400 figure di diverse dimensioni: nella parte bassa sono alte 1,5 mt circa e in alto 2,5 mt per dare a tutte le figure la giusta visione e misura; 24 cm (mezzo braccio dice Michelangelo) è la sporgenza della parete in alto per evitare il deposito della polvere sui colori; 1/11/1541 il giorno dell’inaugurazione; 41 nudi che vengono coperti da panneggi; 17 nudi con i panneggi rimossi
  • Tecnica e coloriVenne suggerito a Michelangelo di usare la tecnica a olio, ma di questa il pittore scriveva”il colorire a olio era arte da donna e da persone agiate et infingarde”, mentre preferiva l’affresco “il più virile, il più sicuro, il più durabile di tutti gli altri modi”. Come colore predominante Michelangelo utilizza l’azzurro oltremare, ricavata dal lapislazzuli, molto costoso. Precedentemente, in epoca romana e medievale si usava il blu egiziano, un insieme di vari componenti originari del Nord Africa e Medio Oriente. Da quando questi territori entrano nella sfera islamica, si preferisce, attraverso l’impero bizantino cristiano arrivare in Asia, fino all’Afganistan. Come mai nella volta c’è così poco azzurro, mentre abbonda nel Giudizio? Per un semplice motivo, legato alla leggendaria “tirchieria” dell’artista : i materiali della volta erano a carico di Michelangelo, mentre invece per il Giudizio pagava il Papa!!
  • Giudizio Universale di GiottoCon Giotto, a Padova, nella cappella degli Scrovegni, inaugurata il 25/3/1305, nel Giudizio della controfacciata, vi è ancora un’impostazione chiara e ordinata delle singole figure : al centro Cristo in trono, circondato dai 12 Apostoli e in alto dalle schiere angeliche ,i beati  a sinistra ( a sinistra per chi guarda, ma a destra di Gesù), i dannati a destra (a destra per chi guarda, ma a sinistra di Gesù). Vi ricordate che una volta si correggevano i bambini che scrivevano con la mano sinistra perché era la parte del diavolo, maligna, proprio perché i dannati e l’Inferno nei Giudizi si trovavano a sinistra di Gesù….

 

Giudizio Universale, Giotto - Cappella degli Scrovegni

Giudizio Universale, Giotto – Cappella degli Scrovegni

Vi sono alcuni elementi interessanti e curiosi… provate a guardare

Ai piedi della croce tre angeli ricevono il modellino dell’edificio dal committente Enrico Scrovegni, importante mercante e uomo politico padovano, modellino poggiato sulle spalle di un monaco, forse il teologo che  aiutò Giotto nella scelta dei numerosi episodi raffigurati sulle pareti della vita di Gesù e Maria.

In alto, ai lati della trifora, un cerchio giallo a sinistra rappresenta il sole, cioè la luce di Cristo e si trova nella parte dei Beati sottostanti, un cerchio bianco a destra, la luna cioè il buio del paganesimo e sotto si trovano i dannati. Ai lati del sole e della luna due angeli chiudono il cielo, arrotolandolo, significando così la fine del mondo. Un modo particolare , ma molto appropriato per rendere concreti concetti astratti come la fine del mondo, non vi pare?

  • Le braghe del GiudizioNel 1564, durante il Concilio di Trento, in piena Controriforma, temendo le critiche dei luterani e calvinisti riguardo le figure nude che richiamavano il Paganesimo, il Papa commissionò al pittore Daniele da Volterra di coprire con panneggi le parti intime di alcune figure…. E per questo l’artista fu soprannominato il “Braghettone” e preso in giro per aver messo le braghe alle figure del Giudizio.