Penso che abbiate capito che mi piacciono le personalità forti e che lasciano un segno.
La protagonista di oggi è considerata da molti un fenomeno raro in architettura, una professionista che ha fatto fatica a emergere nei suoi primi anni di attività ma, quando il suo talento è stato finalmente riconosciuto, tutto il mondo ha aperto gli occhi su di lei. Di chi sto parlando? Di Zaha Hadid, prima vincitrice donna del premio Pritzker nel 2004, il Nobel dell’architettura.

Chi è Zaha Hadid

Zaha Hadid è nata a Bagdad nel 1950 da una famiglia benestante e culturalmente molto attiva. La sua vita è stata, come lei stessa la definisce, “stimolante e splendida”: dopo una laurea in matematica si è trasferita a Londra per seguire la sua vera passione, l’architettura.
I primi anni non sono stati semplici per Zaha, ma la sua determinazione e perseveranza hanno fatto sì che nel tempo perfezionasse sempre di più le sue tecniche e il suo stile che le valsero poi numerosi riconoscimenti internazionali.

Lo stile architettonico di Zaha Hadid

La particolarità dei suoi progetti sta nella ricerca di forme e strutture che si inseriscono nel contesto in maniera armoniosa e rispettando l’ambiente circostante. Le sue sono opere complesse, articolate anche nell’uso dei materiali, spesso “in movimento”.
Una delle prime opere da lei realizzate è la stazione dei pompieri situata ai margini del campus Vitra a Weil-am-Rhein, in Germania. Gli elementi obliqui e inclinati non hanno solo un significati estetico ma anche funzionale, facilitare la circolazione all’interno.

 

Zaha Hadid in Italia

Un altro progetto importantissimo che porta la sua firma è il MAXXi di Roma: un edificio che evidenzia lo studio e la ricerca di Zaha del movimento e della fluidità del complesso architettonico.

 

In Italia troviamo altri interessanti progetti di Zaha, come la Torre Hadid a Milano. Si tratta di uno dei 3 grattacieli che compongono la zona City Life dopo la riqualificazione della ex Fiera. L’edificio è soprannominato anche “lo storto” proprio per il fatto che svetta in obliquo per 177 metri di altezza e 44 piani in tutto. La torre, che è stata inaugurata ufficialmente nel 2019, tre anni dopo la scomparsa improvvisa di Zaha, ospita oggi gli uffici del Gruppo Generali. Nello stesso anno ha ricevuto l’Excellence in Concrete Construction Award per «la sapienza progettuale e ingegneristica»


Un altro progetto di italiano di Zaha Hadid è la stazione di Afragola. Bastano le sue parole a definirlo: “un fiume che ha scavato il suo letto attraverso la solida roccia”. E infatti la parte superiore ha un andamento fluido e dinamico, tipico del suo stile, con una vetrata di oltre 5mila mq. I vetri sono stati studiati in modo da regolare la diffusione della luce in entrata e, nello stesso tempo, recuperare energia.

 

 

Se volete saperne di più sulla sua carriera e la sua vita, vi consiglio questo documentario realizzato un anno dopo la sua scomparsa da The Architects’ Journal.